Gimu, Dovere

5 Aprile 2024, Costa di Misawa, Tohoku, Giappone.

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    義務, Gimu, Dovere, Renan Duval

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    05/04/2024
    Il fruscio delle lacrime del cielo accompagna i movimenti dell'erba, alta e incolta, che spadroneggia sul poggio della costa.
    Il grigiore del cielo impera sul panorama, obbligando ai viventi suggestioni grottesche.
    I flutti dell'oceano non sono un panorama piacevole da osservare; alte come giganti, forti come lottatori in eterna competizione. Quello scenario era più che appropriato per il tesoro che nascondeva al suo centro.
    Le scarpe in cuoio di Renan cominciarono a battere la rena secca mista a terra della costa, passo dopo passo il cuoio delle calzature si imbruttiva di salso, terra e sabbia.
    Sulla sua espressione un sorriso accennato, avanti a lui il grande Torii rosso del tempio di Misawa apparve ai suoi occhi.

    Il rombo degli aerei sopra alla sua testa non lo distrasse dal cammino verso la Porta Ovest, dove due duellanti attendevano il suo arrivo.
    Un tempio dimenticato dai babbani, un tempio dimenticato dai maghi.

    Renan rispose al cenno di capo di entrambi abbassando la fronte a sua volta; un saluto amichevole, un trattamento del tutto estraneo a quello che gli venne riservato durante la precedente estate. Ormai non era più un 'vagabondo' in senso stretto.
    Una delle guardie gli si parò al fianco, accompagnandolo lungo la discesa foderata in lastre nere che portava all'ingresso dell'edificio.
    -"Bentornato Kujaku", disse la guardia senza aggiungere altro.

    Non era una visita di cortesia, il tempio di Misawa molto raramente ne riceveva.



    Un battito d'ali, un secondo, un terzo, un quarto. Uno stormo di gabbiani si agita sulle guglie del tempio; i loro movimenti agitano gli shinpu che tappezzano le architetture della struttura. Kanji sporchi, la china, anziana, cola lungo pezzi di carta. Testimoni di incuranza, testimoni di celebrazione; i loro ultimi fedeli sono i gabbiani, che li agitano incidentalmente, troppo presi dalla lotta del pesce per rispettare il sacro vincolo di quei manufatti.
    I becchi cozzano tra loro mentre i loro corpi danzano il confronto del vantaggio; le loro ali spostano vicendevolmente quelle degli uni e quelle degli altri.
    Il più grosso ferisce il più minuto e la danza termina, con la gola del gabbiano in gloria deformarsi per il pasto che consuma.
    Questa è l'eterna danza dei Kengo, la danza a cui il Pavone Nero, Kujaku, aveva rinunciato.


    Edited by PestoBarilla - 28/3/2024, 12:58
     
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    義務, Gimu, Dovere, Renan Duval

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    05/04/2024
    Il rumore della lotta era un richiamo irresistibile. La guida di Renan si fermò alla soglia, si congedò con un inchino e tornò a battere il sentiero per l'entrata.
    Il duellante si voltò verso la porta in carta, al di là di essa silhouette scure si muovevano tutt'attorno a fasci di luce d'ogni colore. Urla di incitamento, dolore, rabbia e frustrazione permeavano ogni angolo di quel Dojo.
    Renan aprì, entrò e chiuse la porta alle sue spalle.
    Il mondo chiuso del Tempio di Misawa a lui si schiuse. I volti dei duellanti, madidi di sudore e sporcizia, si rivolsero al nuovo arrivato; qualcuno sorrise annuendo, qualcun altro tentò di celare il suo disprezzo.

    -"Kujaku!", urlarono i più giovani, i più suggestionabili. I duellanti più induriti dal tempo si limitarono a chinare il capo per poi riprendere le proprie faccende; quelli con i suoi stessi anni sulle spalle non fecero nulla di tutto ciò. Non era affatto amato in quel luogo.

    Con passo certo e lento, Renan avanzò sul legno umido che foderava il perimetro del cortile, quello che contornava il grande Dohyo del tempio. Con la coda dell'occhio il duellante guardò la rena scossa mista a terra dell'area dei duelli; due giovani dai capelli corti si stavano dando battaglia sotto allo sguardo severo di Shohei Sugiyama, l'uomo con cui il Pavone avrebbe dovuto parlare.
    Shohei non rimase impassibile davanti all'entrata di Duval, con un cenno di capo sbrigativo lo invitò ad avvicinarsi; i suoi occhi, però, rimasero fissi sui due giovani combattenti.

    Due giovani si danno battaglia nel Dohyo, una barbara arena mascherata a tempio. Il Tempio, nel Tempio.. Sopra al circolo di sabbia e terra dove i piedi dei due contendenti si muovono, sorge un tetto, tappezzato di amuleti; alcuni magici, altri no. La pioggia scende fredda sul chiostro, piccole cascate corrono dalle tegole dei portici, altrettante ne cadono dalle tegole della copertura. Il più giovane tra i due è certamente un'allievo di Yuma, l'altro assume per lo più la Prima posizione, certamente un'allievo di Shohei

    Renan alzò lo sguardo, fugando l'impatto di un reducto su di un protego. Le luci chiusero le iridi, ma una volta riaperte si poggiarono sul volto affilato di Yuma. La donna fissò gelida il volto di Duval; non sarebbe servita una sola parola per render chiaro quanto lei lo odiasse.
    Passo dopo passo, il mago giunse alla sinistra di Shohei e qui si fermò, sedendo al fianco del maestro della Terza posizione.
    Colpo dopo colpo divenne estremamente chiaro che l'Allievo del grande Sugiyama sarebbe fino al tappeto.
    Il più giovane, colse la debolezza del più grande; il ginocchio del secondo finì a terra, sbilanciato dall'incanto del più piccolo.
    I duellanti, fermi osservatori, cominciarono a tonare; chi battendo sul proprio stomaco la mano, chi deflagrando versi gutturali e ritmici dalla propria bocca.
    Il giovane cominciò ad incalzare il più anziano con una veloce sequenza di deboli attacchi; Yuma sorrideva.

    -"Vincerà il mio", borbottò Shohei sorridendo; il doppio mento si smosse un poco. Renan sorrise, non disse niente; sapeva che il Maestro avesse ragione.

    All'ultimo momento, quando il più giovane caricò il braccio indietro per lanciare un ultimo stupeficium, il più anziano colse quella finestra di tempo per tracciare un veloce arco orizzontale con la propria bacchetta. Un fascio di luce verde balenò come un'onda in direzione dell'allievo della prima forma. L'impatto contrasse il torace e la folla esplose in un turbinio di urla di giubilo.
    Il volto di Yuma era una maschera di rabbia.

    Sugiyama lasciò che una risata risalisse il largo ventre per uscire dal collo taurino. Le possenti mani batterono contro le teste di scimmia ai fianchi dello scranno generano un rumore secco e schioccante.
    -"Continuate con gli allenamenti", tuonò con gioia.
    Il suo sguardo voltò al naso di Renan, deglutì e fece un cenno di capo a quell'improbabile alleato.
    -"Andiamo..", disse alzandosi con una certa fatica.
     
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    05/04/2024
    Il lungo kimono del maestro sposava polvere e sporco ovunque egli andasse; stavano procedendo piano, camminavano lungo un porticato privato, lontano da sguardi indiscreti.
    -"Kujaku.. Hai dei dubbi.. Li leggo sulla tua faccia". La voce del Maestro era gentile, ma nascondeva dentro la brutalità di chi vive con la forza e l'abuso. Renan annuì ma non disse niente. I due procedettero per una decina di metri, riflettendo sul silenzio che si frapponeva tra i loro due cuori.
    Giunti al termine del porticato, la guardia di stazione alla Porta dell'Ovest aprì il portale, permettendo ai due di procedere oltre.
    Avanti a loro si parò l'oceano.
    Shohei annuì.
    -"Alcune cose possono essere dette solo in presenza di Grandi Testimoni.. Kujaku". Sul suo volto, questa volta, balenò un'accenno di sorriso.
    -"E' vero", ribatté Renan, sorridendo a sua volta. Il mago socchiuse gli occhi e chinò il capo.
    -"Devo parlarti.. Shohei..", l'espressione di Renan cambiò, s'incupì un poco.
    -"Devo.. Camminare in una valle buia.. Shohei.. Una da cui potrei non tornare..". Il Maestro della Terza forma non accennò a cambiare espressione, con delicatezza passò indice e medio sull'incolta barba he cascava dal doppio mento, l'arricciava per ogni pensiero che quelle parole gli evocavano.

    Renan socchiuse gli occhi e respirò a fondo.
    -"Ho pensato molto.. A quello che avete fatto per noi a Praga.. Shohei..". Con un veloce movimento, Renan distaccò il Maestro di un passo e chinò il busto cercando di eseguire un'inchino il più possibile appropriato. Si rialzò, senza incontrare gli occhi del suo interlocutore.
    -"Accetto.. Canterò il vostro Shigin.. E voi canterete il mio".
    Gli occhi dei due si incontrarono nuovamente, gli uni sondavano quel che s'annidava nell'altro, senza trovare quel che anelassero.

    Shohei respirò piano, deglutì e ponderò; Renan abbassò lo sguardo, s'irrigidì ed attese.
    Il Maestro sapeva cosa stesse cercando di fare il duellista; in pochi avrebbero capito davvero quanto intricati fossero i sentimenti che Shohei stesse vivendo.



    In lontananza, i due allievi, di Yuma e Shohei, sedevano sul limite esterno del Santuario, osservando l'Oceano dopo essersi dati battaglia.
    -"Chi è quello?", domandò Akira, il più giovane e seguace della Prima Posizione.
    -"Kujaku", rispose Kaito, seguace della Terza Posizione.
    -"Perché il venerabile parla con lui?".
    Kaito strofinò il naso, pensò per paio di secondi alla giusta risposta.
    -"Kujaku è un allievo di Robert Harken.. Il figlio del venerabile Ueda.. Il Passero Nero".
    Akira aprì la bocca per la meraviglia, si avvicinò al compagno camminando a carponi e ne strattonò le vesti.
    -"Ma.. Lui non..", Kaito annuì, confermando quel che si dicesse sul conto di Robert Harken.
    -"Si.. Era un traditore.. L'Estate scorsa.. Il venerabile Shohei ha combattuto al fianco di Kujaku.. Per difendere la nipote del venerabile Ueda.. Ora Kujaku è uno Shugo".



    Akira e Kaito non erano gli unici ad osservare quell'incontro.
    Da una finestra privata, Yuma lanciava il suo sguardo sui due maestri avanti l'oceano.
    -"Si sta inchinando.. Credi..".
    Yuma annuì.
    -"Lo Shogu intende cantare con noi..".
    -"Perché?", un uomo alto dalla pelle d'ebano, cinse le spalle di Yuma.
    -"Per proteggere quella puttana..".


    Il volto di Shohei era una maschera di dubbio e dolore.

     
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    義務, Gimu, Dovere, Renan Duval

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    Un vecchio Oavone
    Perde i suoi colori
    Si tinge le piume di Nero

    Nella Valle buia
    Abbandona il Falso Maestro
    Cerca i suoi colori

    Sulla porta dell'Ovest
    Lo chiamano Shugo
    Osserva la porta dell'Est
    Dove siedono i tre Kensei

    Nella valle luminosa
    Egli cammina senza maestro
    D'oro si tingono le piume




    Renan respirò, nelle sue orecchie lo Shigin risuonava ancora, le mani di alcuni si strinsero sulle sue spalle. Dalla sala uscirono tutti, con lentezza; rimasero solo in due.
    Shohei sedeva torreggiando Renan con la sua mole. La mano della bacchetta versò del Sake in una coppa, con perizia, evitando che il liquido traboccasse sul pavimento.
    -"Il Pavone Nero", disse pulendo un bordo della coppa con il pollice, "Un membro della scuola di Misawa", il corpulento Daimyo sorrise. "Sapevi di averne diritto.. E come tuo diritto ti è stato concesso di cantare il Shigin assieme ai nostri".
    Non un'accenno di sorriso balenò sul volto di Renan, non un'accenno di gioia o soddisfazione; Shohei conosceva il perché.
    -"Hai combattuto gli altri per tutta la tua vita.. Kujaku.. Sei stato un 'Kengo' per tutta la tua vita.. Hai sempre vissuto per togliere.. Per sopraffare..".
    Gli occhi di Renan divennero vitrei, per un'istante parvero senz'anima.
    -"Eppure.. Il 'Demone di Praga' ", disse ridacchiando, "Cosi.. I più giovani ti chiamano.. Ha combattuto per la nipote del venerabile Soma Ueda.. Ema.. Ueda..".
    Il cuore di Renan perse un colpo, quello era il vero nome di Ema.
    -"Harken.. Ema Harken..", rispose composto il duellista.
    Shohei annuì celando un sorriso soddisfatto.
    -"Ema Harken", confermò, "Ora Ema Harken è un problema di tutta la scuola di Misawa.. E fino a quando non sarà lei a domandare di poter cantare gli Shigin con noi.. Noi non interferiremo con la sua vita".

    Per la prima volta Renan espirò con tranquillità.

    Shohei esplose in una risata, "Bevi.. Kujaku.. Allora.. Parlami di questa valle... Shogu.."; Renan sorrise e con gli occhi spiegò che non avrebbe confessato alcunché, la risata di Shohei non accennò a fermarsi, divenne invece più potente e fragorosa; versò dell'altro sake.
    -"Immagino.. Partirai a breve..", Renan annuì.
    -"E' un peccato.. Perché si dice che nel Kanto stia vagando un mago molto potente..".

    Renan Sorrise, prese il sake e ne assaggiò il sapore.
    -"Cosa ha fatto?", questa volta la risata di Shohei scemò sino ad involvere in un semplice educato sorriso.
    -"Ha ucciso la vecchia Kaede..", sorseggiò, "A te questo nome potrebbe non dire nulla.. Ma si tratta della madre di Yuma..".
    Renan s'irrigidì.
    -"Lo hai visto l'occidentale dalla pelle scura.. Che porta con sé.. Quello è suo marito Darius..", Shohei sorrise, "Tre settimane fa.. Un vagabondo di Owari ha sfidato Kaede.. Maestra della seconda forma..", questa volta bevve con più intensità. "Kaede non avrebbe mai vinto lo scontro.. Non ho mai visto un mago rapido come quel vagabondo.. Darius è intervenuto.. é stato fortunato.. Se l'è cavata con poco..".
    Renan bevve tutta la coppa.
    -"Immagino non abbiate chiamato le autorità..", Shohei aprì e chiuse gli occhi, per dare la conferma a Renan.
    -"Non è necessario tu vada a caccia.. Passa un paio di giorni da noi.. E si presenterà lui..".



     
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