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    14 YO | Duellista in erba | Serpeverde IV anno

    Mezzosangue


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    "Come cominciò a parlare, il ginocchio accompagnò le parole con il ritmo del nervosismo. Lo bocca rimase serrata e gli occhi seguirono il corso della breve vita della sigaretta, consunta sotto lo sguardo offuscato di Renan. Zeus e Marte non accesero alcun tipo di luce nel giovane Duval, non erano le parole, quanto più il loro significato, ciò a cui prestò attenzione.
    Mai nessuno si permise di decretare lecita quella malsana parte che premeva su ogni sua decisione. Il giusto e lo sbagliato sembravano essere concetti piuttosto aleatori in quel momento. Lo stesso meraviglioso brivido che provava nel vedere l'avversario a terra, ora, tornò a battere la sua schiena in cerca di soddisfazione.
    Per la prima volta, l'idea che 'Si potesse' nacque in Renan. Una voce sinistra, una presenza rassicurante.
    Il ginocchio prese a tremare con un po' più di veemenza.
    Gli occhi del giovane duellante si lanciarono sul lato meno esposto del suo volto, quello che dava sugli spazi vuoti del chiostro.
    'Devo sembrare davvero patetico', pensò rapidamente. Un rammarico disgustoso prese casa nel petto di Renan, un barlume di libertà si palesava avanti ai suoi occhi, a mostrarglielo era stata una persona sconosciuta; quanta vergogna nel non aver mai visto la libertà prima d'ora.
    Era ancora una piccola e fragile idea, qualcosa che per vivere avrebbe avuto bisogno di cure fatte d'arroganza, solitudine e silenzio; forse è proprio qui che cominciò la sua Età del Silenzio.

    «E comunque tu ce l'avevi, un pubblico»

    Un pugno sullo stomaco rovinò improvvisamente tutto il castello di carte che il suo ego minacciato stava erigendo. Non più la posa, né il finto disinteresse, rimase intatto dopo quella chiosata.
    Con la lentezza di un'indifesa creatura avanti alla morte, Renan voltò lo sguardo nella sua direzione, quando gli sguardi si incrociarono Carrie non avrebbe visto altro che un volto pallido e preda dello sconcerto.
    La sigaretta alla fine cadde in terra senza che più una boccata passasse per i polmoni del giovane Duval, lui però impiego diversi minuti a schiudersi dalla posizione di sconforto in cui era cascato.

    Giorni Dopo.

    Se è vero non vi fosse mai fine al peggio era altresì vero che le parole "sporco mezzosangue" si sentissero assai meno da una settimana a questa parte; serpeggiavano, non più come un biasimo ma come una vera e propria maledizione.
    Blake e i suoi amici diedero tregua al giovane Pavone; se all'inizio ciò accadde in rispetto dell'onore delle armi ora perdurava a fronte delle grandi vittime di casata. Non pareva più né divertente né appropriato porsi al livello dei serpeverde; quanto ai suoi compagni, Renan non poté dirsi mai più solo di così.
    Vedeva gli sguardi, sentiva i sussurri.
    In quella disgraziata chiusura, però, proliferava in lui quella piccola, gracile, idea che gli venne donata.

    Un pezzo di pergamena scivolò leggiadro sopra al tomo che fingeva di leggere. La punta del piccolo triangolo accennò a rallentare proprio sopra ad una miniata di un gatto nero.
    Con un solo lento gesto, Renan alzò il mento e lo accompagnò verso la direzione in cui puntavano gli occhi.
    Quanti dubbi poteva avere sul mittente, un giovane pavone che vive nel più quieto dei giardini.
    Le labbra sottili tremarono per un'istante e, come tornarono a tendersi, cedettero la scena al ginocchio, in movimento una volta ancora.
    Le dita schiusero il piccolo segreto del costrutto in filigrana e gli occhi vi cercarono una nuova verità.

    Pensi che se ne accorgerebbe,
    se i suoi capelli prendessero casualmente fuoco?

    Davanti a quelle parole gli stessi occhi si assottigliarono spinti dagli zigomi, contratti a dubbio; c'era poco da interpretare.
    Non appena la sua mente pronunciò silenziosa le ultime lettere, un urlo interruppe la lettura e con sorpresa vide realizzarsi una profezia di vita breve.
    Il panico cominciò a dilagare, estensione dell'incendio, e di reazione anche lui scattò dalla sedia.
    Un gufo si librò a poco meno di mezzo metro da lui, cercando la via della salvezza ad appena cinque centimetri dal suo volto. Con un gesto di riflesso Renan lo scacciò lontano dalla sua faccia e nel gesto intravide quell'artefice caotico lasciare i lidi del proprio operato.
    Rifiatò per un secondo e seguì la calca, non per cercare sicurezza ma per raggiungere chi gli mostrò la libertà.
    Spinse e strattonò, sino a dove lo sguardo più non s'ostruiva dai mantelli delle 'comparse'.
    Sotto alle urla di paura e rammarico, sotto alle invettive contro l'Erede di Serpeverde, Renan cercava quella piccole luce che gli era sfuggita.
    Un sesto senso, uno di quelli che di tanto in tanto solleticavano il suo raziocinio, gli impose di volgere lo sguardo al primo corridoio sulla sinistra.
    Imboccò la strada, lontano dai rumori della paura, ed una nuova paura eruppe in lui. Come uno spettro sfuggente, la sagoma di Carrie abbandonava le sue responsabilità guardando ad orizzonti più grandi.
    Renan le rivolse uno sguardo di stupore e paura, ma fece un passo verso la sua direzione.




    «Parlato»
  2. .
    - Raziocinio
    - Subconscio
    fddd - L'Io Avverso
    - Sentiero dell'Illuminazione, "Shugo", Maestro Protettore della scuola di Ueda




    45 YO | Ex Duellista Professionaista | Insegnate Privato

    Mezzosangue


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    Un dettaglio sul volto di Renan parve somigliare ad una risata silenziosa, si manifestò in concomitanza con i gemiti spettrali della creatura che volteggiava sopra alle loro teste.
    Parole, parole e parole; l'impressione che si fossero accaniti sull'ultima ruota del carro levò la soddisfazione alla bocca tesa del duellante.

    Lasciatelo in pace. Ci ha detto forse più di quel gli è consentito rivelare. «Ironico sentirci dare dei senza cuore, quando hai appena ucciso un uomo, con il tuo attacco.»

    Renan respirò a pieni polmoni, ritrasse la bacchetta al fianco destro e diede le spalle alla creatura;
    fddd
    Amore mio.. Mio unico.. Grande Amore.. Perché piangi? Sei riuscito a far squittire uno spettro.. E' questo che rimane del grande Renan Duval?

    Il sorriso del duellante si corrucciò sino a diventare una faglia dolorosa a cavallo della sua faccia.
    Come i suoi occhi posarono sui compagni in ritirata, l'istinto di completare l'opera dello spettro prese per intero il suo corpo, non era certo possessione; la frustrazione dell'ego ferito si manifesta nei modi più disparati.
    Nella sua testa cavalcò veloce l'immagine di lui far esplodere quei corpi cristallizzati.

    «Puoi occupartene tu?»

    Un dolore all'orecchio fece voltare di mezzo centimetro il casco di Renan, gli specchi dei caschi di entrambi si incrociarono. Ci fu un secondo d'intenso dubbio, durò solo un secondo.
    Le voci, le opinioni, i pensieri, tacquero tutti sotto ad un velo grave, percepibile solo dalla sua espressione.
    Un tremito alla mano, lo stesso che usava avvertire il duellante del pericolo, batté due colpi riportandolo alla vita. Non annuì, non disse niente. Si rivolse al cadavere da portare in salvo ed avanzò nella sua direzione per scagionare la strega da quell'incombenza.
    Gli occhi di Renan carpirono lo sforzo in Vath, Renan riportò quindi la bacchetta ad altezza petto.
    -"Leviosa Maxima..", chiunque disponesse di un buon occhio per certe cose avrebbe immediatamente colto quanto quel tipo di incantesimi non facessero per Renan. La sua abilità nel mutamento era pareggiata ed ampiamente superabile da un qualsiasi studente del terzo anno, eppure si prestò alla qual cosa.

    -"L'Isola di man è incantevole in questo periodo dell'anno monsieur Vath", disse annaspando nello sforzo di non far cadere la statua di sale.
    Le mani di Renan tastavano le superfici irregolari della cristallizzazione, la sua mente cominciò a dissociarsi, pian piano, dal presente; era perso negli eoni delle possibilità, alla ricerca di un futuro per quella morta rediviva.


    State tutti bene?



    Quelle parole furono come un richiamo razionale nel mezzo della crisi, riportarono la coscienza di Renan nel mondo degli svegli.
    Il fiato era corto, per lo sforzo di portare la statua, per il disagio d'aver vissuto nel reame delle possibilità per troppo a lungo.

    Renan tossì, forte; il vetro del casco si appannò; d'istinto alzò il braccio per coprirsi.

    -"Era una trappola", disse ad alta voce, dirigendo la forza del parlato sia a Vath che ad Aslak


    Questo, almeno, era quello che avrebbe voluto dire, ma non lo fece. Uno dei possibili esiti; non serviva disporre del terzo occhio per intuire che avrebbe comportato dire qualcosa del genere.
    Una volta giunti sulla spiaggia, Renna cadde a terra, stremato dall'indagine.
    Osservò compiersi l'incanto attenuante, scrutando in direzione delle stelle.
    -"Non ce n'è nemmeno una", disse silenzioso.
    D'istinto la mano toccò il busto, la dove teneva le sigarette e la cartolina di Ema.
    -"Uhm", mormorò muovendo rapidamente gli occhi sui compagni di squadra.


    Ci fidiamo?




    Aslak.. Ne hai conosciuti di giusti con la spada in mano nel corso della tua vita.. Per molti versi non è diverso da nessuno di loro, eppure a differenza di tutti loro sta conducendo una spedizione nel posto più pericoloso al Mondo.. Che sia il primo schermidore di cappa e spada ad avere un cuore buono?

    Sembra Affidabile



    Liara.. E' giovane ma sembra aver già visto qualcosa.. Vero? Manca di qualcosa ancora, prega che non le nostre strade si trovino a scontrarsi.. Sono le 'orfane' come lei che danno fuoco alla ruota della fortuna.

    Orfane.. L'incertezza e la calma.. l'Attesa e il Protagonismo



    Esattamente, sai di cosa stiamo parlando Renan. Ogni incontro con un' "Orfano" sortisce sempre gli stessi esiti.

    Renan annuì piano e da solo, fissando intensamente il mare.

    Degli Orfani.. Noi ci fidiamo..



    Gli occhi si fecero sottili e passarono a fissare il compagno di sventura, il biondo dallo sguardo affilato.

    Vath.. Forse.. E' la prova certa esistano delle persone diametralmente opposte a noi.. Quanto è sicuro sotto alla sua corazza di moralità.. Quanto è sicuro dietro al suo Ministero.. O forse non è così..

    Forse lo pensiamo.. Ma forse non è così..



    Esatto.. Hai bisogno lui sia così.. Perché hai bisogno di un sospetto, hai bisogno di un colpevole.. Quanto sarebbe più semplice pensare lui sia questo?

    Dobbiamo parlarci..



    Lo sguardo di Renan voltò ora verso la strega intenta alla al salvataggio dell'oggetto ovoidale

    Carrie Greengrass..





    Con molto sforzo, Renan impose il silenzio alla sua mente, la respirazione si fece quieta e regolare, lo sguardo neutro e calmo.
    Si rimise in piedi, pronto a perpetrare il trasporto del cadavere intrappolato nella non morte.





    «Parlato»


    Riassuntino:
    Renan si incanzza perché non è riuscito a corcare male lo spettro, fa il musone e da una mano a portare la ragazza cristallo a casa con il suo potentissimo mutamento 20.
    Nel mentre cerca di sondare il futuro della statua divinando, perché infondo sa che stiamo portando a casa una tizia posseduta dal male
    Ad una certa si siede e riflette sui compagni di squadra


    Ref. Dadi: x



    -Azione Maggiore 1 : Leviosa di Supporto 9+2: 11

    -Azione Maggiore 2: Divinazione sulla vittima trasportata 6+ 9 + 3 = 18





    Status fisico: Top ma arrabbiato (68/68 PF)

    Slot oggetti (bacchetta)
    1- Tuta
    2- Una Cartolina da New York
    3- Libero
    4- Libero
    5- Libero
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    InShot_20240503_135317869
  4. .
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    La porta di Magie Sinister si schiuse, lentamente. Non un cigolio uscì dai cardini, un'ombra, ammantata da una cappa vermiglia entrò silenziosa.

    Gli stivali di Renan Duval stridevano sul pavimento del negozio emettendo acuti simili a quelli di un bambino sofferente.
    Sul suo viso non un'espressione di interesse, non un'espressione cordiale.
    Gli occhi di Renan scintillavano di una gretta e prepotente avidità.

    Senza cerimonie, si diresse al bancone, tolse i guanti e li ripose nelle ampie tasche del cappotto.
    Non salutò con la lingua, lo fece con un rispettoso gesto del capo.

    Forse la sua fama lo avrebbe preceduto: un duellante esperto, veterano di vent'anni di competizioni internazionali come lui, difficilmente non evocava un qualche ricordo nella gente.

    L'espressione di Renan era al contempo dura e dolce, una mistura prossemica tipica di uomini che camminano a cavallo tra l'ombra e la luce; una mistura prossemica tipica degli approfittatori.

    Durante il suo passaggio posò brevemente lo sguardo su molti articoli dubbi, nessuno tra quelli lo turbò; forse, la qual cosa , sarebbe potuta essere un indizio determinante per comprendere che sotto alle spoglie di un mezzosangue che combatté attivamente i seguaci dell'Oscuro Signore, negli anni novanta, si nascondesse un mago dalla dima grigia.

    -"Buonasera", sussurrò Renan appoggiando le dita della mano della bacchetta sul bancone.
    Gli occhi del duellante erano fissi su quelli della proprietaria.

    Le dita si mossero una dopo l'altra, in sincronia; ogni polpastrello ondeggiò sul legno del banco, come usava fare tra i commercianti del mercato nero nei Balcani, si trattava forse di un suggerimento per Selene?

    -"Un..", lo sguardo di Renan cadde sugli articoli che tapezzavano il muro alle spalle della strega, "..Amico..", tornarono ora sugli specchi neri della proprietaria di Magie Sinister, "Mi ha detto siate in possesso.. Di uno Specchio..".
    Un secondo di silenzio morse le labbra di Renan, "Volete parlamene Madame?".

    Lo sguardo del duellante mutò, come quelle parole lasciarono la sua bocca, da che parve godere di solo una discreta oncia di desiderio, ora, la sua avidità parve traboccare da ogni poro della sua faccia.
    Il respiro era paragonabile a quello che ci si scambia tra amanti, il rossore sulle sue gote era lo stesso di un assassino dopo aver commesso il più efferato degli omicidi.
    Tentava di dissimulare, ma l'interesse per quell'articolo era senza dubbio reale e morboso.




    «Parlato»

    ti darò tutti i miei soldi volentieri



    Edited by PestoBarilla - 1/5/2024, 01:26
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    Mezzosangue


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    Quando l'urto del geyser s'unì alla forza elementale sprigionata da Carrie, un riflesso azzurro delineò le sporgenze del volto di Renan attraverso la lente del casco.
    Gli occhi del duellante sgranarono, la sua bocca era aperta, testimone dello sforzo. Ad udire il lamento dell'oscura apparizione la bocca schiusa di Renan si serrò in un ghigno soddisfatto.
    Duval voltò lo sguardo verso la vecchia conoscenza, la qual cosa venne testimoniata da un movimento di capo quasi impercettibile sotto alla grande mole del corpricapo.

    «Andatevene. Andatevene. Smetteremo di attaccarvi se lo farete. Ma se resterete a lungo non potrò garantirvi che gli altri che vi hanno percepito possano proporvi un patto tanto... tanto clemente»

    Renan ghignò nuovamente, muovendo con lentezza il polso, quindi la bacchetta; era il momento di chiudere quella faccenda.
    Fece un passo in avanti, poi un secondo ed un terzo. Le sue labbra si schiusero mormorando: "Fottiti.. Spe..", ma prima di terminare la frase, il suo fiato venne meno.
    Un pensiero, insistente, fece breccia nell'ordine dei pensieri.
    Inizialmente l'incanto di Renan era chiaro nella suo conscio regolarmente in disordine; accadde qualcosa, delle parole s'erano insinuate in lui e improvvisamente non riuscì a pensare ad altro.

    Non attaccate, non ha cattive intenzioni. Lo so. Lo conosco. E’ mio fratello.



    Curioso vero? La Strand per un attimo deve aver perso il controllo.. Forse non sei l'unico a sentire delle voci nella testa.. La paura deve averle giocato un bello scherzo.

    Strand.. Strand.. Strand.. Non ti ricordi il suo nome?

    Le labbra di Renan ripresero a muoversi sotto lo sguardo incerto di un uomo che cammina in una valle nera. "Artemisia", sussurrò piano abbastanza perché nessuno potesse udire. La bacchetta puntava l'apparizione, ma pian piano il corpo del duellista si voltò abbassando il legno e fissando intensamente l'armatura che conteneva Artemisia.

    "Liara..", sussurrò nuovamente. Gli occhi di Renan erano chiusi una morsa sottile delle palpebre, le labbra erano chiuse, contenute in un piccolo ritaglio di poco più di un centimetro.

    Liara.. Artemisia.. Strand.. Che bel nome.. E' questo che hai pensato appena ti è stato pronunciato dalle autorità ministeriali. Dietro ad ogni nome c'è una storia.. Lo sai bene questo Renan..

    Il duellista abbassò lo sguardo, il tutto durò solo un secondo, con rinnovato vigore puntò il catalizzatore contro l'apparizione, come se tutto d'un tratto avesse ripreso a considerarla una priorità.

    fddd
    'Oscure creature dalle Oscure nature.. E' la tua frase preferita.. Vero Renan? E' con questa che truffi i tuoi alunni a lezione.. Vero Renan? 'Ma le più oscure tra tutte son quelle la cui natura è incerta'.. Che gran professore.. Forse avresti fatto meglio a rimanere a Londra.. A insegnare le tue idiozie ai quei disperati che ti hanno sul libro paga.

    Il braccio di Renan era teso verso il loro nemico, eppure uno stormo di pensieri batteva le ali attorno a lui.

    Bella coincidenza non è vero? Un'ingannatore per natura è lo 'spettro', ma l'efficacia del suo inganno è situazionale.. Estremamente legata alla natura del suo pubblico..

    Questo.. Vorrebbe dire che lo spettro del fratello morto della Strand si trovi qui.. E ora.. Impossibile.. Concentrati sull'incantesimo..

    fddd
    E se non fosse impossibile? Maledetto pezzo di merda.. Se Chi ha seccato il fratello della bionda.. Lavorasse per gli stessi pezzi di merda che stanno facendo una festa in quest'Isola?

    Il fiato di Renan si fece corto tutto d'un tratto, i suoi polmoni persero di prestanza e la pressione improvvisamente s'abbassò. Faceva fatica a respirare, lo si poteva vedere anche da fuori; il busto si fece leggermente ricurvo e le gambe tremarono per un'istante.

    fddd
    Ecco qua.. Lo hai capito Renan.. Siete stai fottuti..

    E' solo un'ipotesi, però potrebbe essere vera.. L'apparizione è comparsa in un posto del genere.. Apposta per distrarre il gruppo della Strand..

    Una talpa nel Ministero avrebbe potuto facilmente avere accesso alle informazioni riservate sulla missione.. E avrebbe potuto preparare per tempo la distorsione dell'immagine dello Strand morto..

    Se questo fosse esclusivamente il sito di un'incidente perché mai ci sono delle rune occultate.. Questa è una trappola..




    Una trappola, disse con il fiato a metà dando voce ai suoi pensieri.
    Gli occhi dell'uomo viaggiavano senza sosta a destra e sinistra, seguendo il flusso incalzante dei suoi dubbi.
    Di dubbi, lui, ormai ne conservava pochi. Ritenne che nel Ministero qualcuno lavorasse per le stesse persone che avevano causato tutto ciò. Al formulare quell'ultima idea, il cuore si strinse e un ricordo, a lungo occultato, tornò forte e veloce.

    fddd
    Non l'hai mai dimenticato.. Vero Renan? Torna sempre alla memoria.. Ferendoti a morte.. Come un primo amore.. Più ci pensi e più ti viene voglia di lasciarti andare..

    Il duellante grugnì, scacciando quell'ultimo pensiero. Chiuse gli occhi dando loro finalmente tregua; regolò il respiro e cercò quiete nella mente.
    -"V-vaffanculo.. Klemakov..", sussurrò alzando il catalizzatore in direzione dello spettro.
    La concentrazione cominciò a tornare, parve quasi fosse sempre stata là, come un patrigno silenzioso, pronto a sostenere il braccio del duellante.
    Ogni fibra di Renan si concentrò sulla bacchetta; tentò di vederne il prossimo futuro, tentò di indagare la possibilità che si avvicinasse all'esito perfetto.

    Gli occhi del Duellista si riaprirono improvvisamente, questo agitò il catalizzatore in direzione dello spettro ed urlò a pieni polmoni: "Lumos Solem", e dalla sua bacchetta si sprigionò la violenza di una giornata di sole.

    02/05/1998, Hogwarts, Scozia.
    Urla, esplosioni e cacofonie riempivano le sue orecchie come un concerto di strazio e disperazione. Non doveva essere lì, eppure c'era.
    Il corpo di Renan doleva, le sue giunture erano logorate dallo sforzo, si sentiva sporco e stanco.
    Un tonfo, secco, attirò la sua attenzione.
    Sulla sua sinistra, un corpo senza vita ruzzolò da un basso parapetto fino ai suoi piedi, appena due metri di sotto.
    Gli occhi del duellante sgranarono, il suo respirò tacque per un momento e con quello tacque anche il suo cuore, perdendosi di strada un battito.
    Capelli color del pane, occhi neri come i suoi.
    -"B-Blake..".
    Il rumore del cuoio che si contorce sotto al peso del suo portatore fece ora alzare lo sguardo di Renan. Dal piccolo parapetto emerse il carnefice del ragazzo che lo convinse ad unirsi a quella inutile carneficina.
    Era vestito di nero, ma la sua pelle e i suoi capelli erano dello stesso candore della neve. Il Mangiamorte Klemakov, Anatolij Klemakov. Puzzava ancora di Auror, un 'ratto' nel Ministero. Sorrideva al duellante, con denti d'avorio e occhi color ghiaccio.
    -"Renan Duval", disse con un sussurro, "Eri con lui?".
    Renan arretrò di due passi, la stanchezza non gli permise di pensare ad una reazione più appropriata; Klemakov, con un saltino, cadde sopra al corpo di Blake Codsworth.
    -"Meglio soli.. Duval.. Meglio soli..", disse trattenendo una risata. "Ricorda piccolo.. The rogue trail is a lonesome road", il suo volto era deformato da un sorriso storto.
    -"Se non ti fossi fatto coinvolgere..", ridacchiò, "Avresti vissuto qualche giorno in più..".
    Al termine di quelle parole, entrambe le bacchette s'alzarono.


    Renan chiuse gli occhi, tenendo il braccio della bacchetta con la mano libera. Respirava al ritmo del flusso che da quella usciva; tutta la sua concentrazione confluiva lì.
    "The rogue trail is a lonesome road", pensò stringendo i denti. Non poteva fidarsi di nessuno.





    «Parlato»


    Interagisco con:
    Nessuno, non mi fido di nessuno.

    Ref. Dadi: x


    -Azione Minore: Mira d20/2 + Sag/10
    ---- 14/2 + 8 = 15 (passato)

    -Azione Maggiore 1 : Da interpretare.
    Vorrei utilizzare la prima Azione maggiore per effettuare un'azione di divinazione sulla bacchetta al fine di lanciare meglio il cast successivo, tuttavia non so se sia possibile da metagame. Vorrei inoltre avvicinarmi di una decina di metri al bersaglio ma non capisco se si debba considerare questo avvicinamento come un'azione maggiore.
    Siccome entrambe le cose sono in dubbio le lascio entrambe nel primo slot dell'azione maggiore.
    Se è necessario utilizzare l'azione maggiore per muovermi allora do volentieri priorità al movimento (nel dubbio si possa fare tutto tiro anche per la divinazione).
    Nel caso questo sia un utilizzo scorretto della mia abilità da veggente allora considero l'azione inutile e Lo Show va Avanti

    Spostamento previsto di Renan e gittata 10mt con Lumos solem
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    Divinazione: D20 + DivR/10 +3 6 + 9 + 3 (18)

    -Azione Maggiore 2: Lumos Solem di prepotenza
    19/2 + 9 -/+0 (mira check passato) 18 (gittata 10 mt) (dado superiore a 15: Spettro accecato)
    Formula: Lumos Solem
    Anno: adulti, magia bianca
    Parametro di riferimento: Offensiva
    Descrizione: incanto elementale di tipo luce. Genera dalla bacchetta una scintilla di luce che esploderà illuminando a giorno un'area più o meno vasta. Estremamente sconsigliato se si desidera passare inosservati. L'area illuminata dipenderà dalla resa:
    Da 1 a 10, l'incanto avrà un raggio di 5 metri.
    Da 11 a 20, l'incanto avrà un raggio di 10 metri.
    Da 21, l'incanto avrà un raggio di 20 metri.
    Se il dado fortuna sarà pari a 20, il raggio sarà duplicato.
    Qualunque creatura oscura all'interno di quest'area subirà 1d6 di danni da ustione sacra per turno. Qualora il valore di Mutamento del Caster sia pari o superiore a 150, se il dado fortuna sarà pari o superiore a 18, la luce evocata sarà così intensa da causare gli stessi effetti che causerebbe quella realmente generata dal sole.
    Il risultato del d20 sarà dimezzato ma l’incanto causerà status alterato da accecamento a creature oscure per dadi naturali ≥ a 15.
    Durata: duraturo (3 turni).



    Status fisico: Top (68/68 PF)

    Slot oggetti (bacchetta)
    1- Tuta
    2- Una Cartolina da New York
    3- Libero
    4- Libero
    5- Libero
  6. .
    Per questa retrospettiva utilizzo momentaneamente Tom Sturridge come Pv, perfetto Renan trentt'anni prima




    14 YO | Duellista in erba | Serpeverde IV anno

    Mezzosangue


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    'Respira Renan, respira'.
    Attorno a lui solo una coltre di buio. Il silenzio che permeava quello spazio chiuso veniva costantemente vessato dai rumori esterni, ovattati solo dalla grande porta in quercia alle sue spalle.
    Sedeva solo, in penombra, sulla panca della stanza di servizio adibita a spogliatoio.
    I gomiti poggiavano sulle gambe, il loro equilibrio era tuttavia precario, insidiato dal ginocchio sinistro, in preda ad un tremore incessante.
    Quanto avrebbe voluto fumare in quel momento, quelle poche volte in cui accese una sigaretta, l'estate precedente, quel fitto manto d'ansia si leniva perdendo man mano spessore, sino a diventare un trascurabile sussurro.
    'Respira Renan.. Respira..'.

    Tock, Tock..

    Due forti tonfi alla porta lo richiamarono all'ordine.
    -"Allora Serpe-merda?", udì dall'altro lato del guardiano di quercia.
    In un soffio solo il giovane Renan fece uscire tutta l'aria che aveva nei polmoni; fece pressione sulle gambe e si alzò.


    La porta in quercia si spalancò e da questa uscì Renan.
    Il suo volto, lugubre, sembrava quello di un'uomo prossimo alla morte e non certo quello di un ragazzino della sua età.
    Il mantello si gonfiò alle sue spalle in molti flutti e panneggi, il suo ciuffo scuro copriva la gota sinistra; sotto di quello, però, era ben visibile l'occhio traboccante di tensione del giovane Pavone.

    Un piccolo pubblico s'era assemblato attorno alla pedana.
    Qualche curioso, qualche praticante e loro.. Gli amici di Blake Codsworth.
    Le labbra di Renan si tesero quando scrutò in direzione del suo avversario. Blake non prestò alcuna attenzione a Renan, le sue mani erano ben salde sui fianchi di Lindsay Sterling.
    Uno, due, tre passi più in là Renan incontrò le assi della pedana e con due energici pestoni richiamò a sé l'attenzione dello sfidante.
    Blake mollò quindi la presa sulla bella corvonero e, accompagnato dagli applausi del suo piccolo seguito, con teatrale fatica si posizionò sulla plateau.
    -"Mi domando.. Come un Mezzosangue possa sperare di battermi", berciò il grifondoro.

    Un rivolo di gelido sudore viaggiò lungo la schiena del pavone; quella parola era tornata di moda eppure per lui non aveva alcun significato.
    Un movimento, rapido, sulla sinistra del suo sfidante attrasse la sua attenzione: era Lindsay, con un gesto dolce serrò le labbra in direzione di Codsworth.
    'Che carini', pensò rapidamente e con acredine.
    Quello ed altri pensieri cominciarono a scivolare dalla sua mente, liberarla era l'unico modo che conosceva per raggiungere il risultato agognato.

    Il tifo per Blake si faceva sempre più pressante, le loro voci colmavano il vuoto prima della competizione; più quel vuoto si faceva carico della loro voce e più le loro voci si facevano udire.
    Lindsay diventava di secondo in secondo sempre più animosa, tra le mani stringeva la sciarpa rosso e oro che il suo duellista le aveva affidato.

    Le labbra di Renan si serrarono in un gesto infastidito.
    -"In guardia!", urlò Blake battendo il piede, le urla in suo favore si fecero triple in forza.
    Renan s'isolò, gelido nel suo silenzio, respirò, piano, e buttò fuori gran parte dell'aria che conservava nei polmoni.
    -"En Garde..", sussurrò. Con un gesto veloce batté il piede sulla pedana, confermò così l'inizio dello scontro.

    Non ci pensò nemmeno, agì d'istinto, aiutato dal reame delle possibilità che danzavano nel suo subconscio.
    Agitò la bacchetta formando un veloce arco avanti a sé.
    -"Depulso!", urlò impartendo il comando alla sua fedele.

    La sciarpa stretta tra le mani di Lindsey tese sino a spezzarsi; la metà che la corvonero non seppe conservare finì sul volto di Blake.
    Le urla tacquero per un'instate, quello in cui non fu chiaro a nessuno cosa stesse accadendo.

    Senza spezzare il movimento del corpo, Renan indulse nello sbilanciamento del primo incanto e seguì a catena un secondo, rapido, movimento di polso.
    La bacchetta puntò questa volta al volto coperto del grifondoro; a pari cadenza del secondo passo sulla pedana, la lingua di Renan schioccò la stoccata:
    -"Languelingua", pronunciò, ora, con meno serietà.

    Un fascio di luce percorse la lunghezza della pedana, sino ad impattare sul volto appena scopertosi di Blake.
    Un sussulto generale spezzò l'impeto di Renan.

    -"Doppio Tocco! Non è valido! Penalità!", urlava la folla.
    Una potente gracchiata alla quale Duval rispose annuendo e alzando le mani.
    Un sorriso, malvagio, colmo d'odio e invidia, riuscì a farsi strada sulla bocca del giovane duellista trascinandolo nel fango della malafede.

    Blake, dal canto suo, s'alzò furibondo.
    Con un gesto trionfale agitò la bacchetta in direzione di Renan, ma la sua lingua, purtroppo, gl'era da impedimento.
    -"Homhardah!".

    Dal suo catalizzatore non parti nulla se non l'accenno di un'incantesimo nato morto.
    Il sorriso sul suo volto divenne ora l'accenno di una risata. Le mani di Renan erano ancora alte al cielo, non s'era difeso davanti a quel goffo tentativo di scoccare una 'bombarda'; aveva espiato la penalità.
    Muovendo il torso con leggiadria caricò il secondo attacco, questa volta, fatale.

    -"Expelliarmus", pronunciò con massima accortezza.
    Blake accennò ad un movimento difensivo ma non riuscì a portarlo a termine.
    Il pubblico rimase con il fiato in gola sino a quando la bacchetta di Codsworth non rimbalzò due volte sul piano in pietra dell'aula; anche quando lo scontro terminò, il pubblico rimase in scorretto silenzio.

    Renan tirò un sospiro di sollievo, ripose velocemente la bacchetta nella tasca del suo mantello e scese dalla pedana. Non si sarebbe inchinato davanti al suo avversario.
    Con passo energico cominciò a percorrere il fianco del rialzo in legno, con gli occhi cercò Lindsay; quando i suoi incontrarono quelli di lei, Renan sorrise, con le labbra mimò un veloce bacio.
    Attorno a Blake si raccolsero i compagni e gli amici, persi in sussurri di sollievo e incoraggiamento; i passi di Renan echeggiavano nella stanza imperando su tutti gli altri suoni.

    Appena prima di essere in grado di uscire dall'Aula, il portone s'aprì ed uno stuolo di studenti fece il suo ingresso, bloccando di fatto l'uscita di Renan.
    Allock avrebbe condotto una seconda introduzione alla disciplina.
    'Più pecore per me', pensò Duval vestendo una spregevole arroganza.

    Il giovane duellista si fece momentaneamente da parte, per far passare la calca di studenti all'ingresso.
    Quei lunghi drappeggi, che in precedenza parevano piume antracite, ora riposavano lungo la silhouette del suo corpo immobile, il suo volto non si scostò nemmeno per un momento, non direzionò lo sguardo verso alcuno studente; in questo modo, non la vide arrivare.

    -"Sei solo un pezzo di Merda", sussurrò Lindsay. Gli occhi blu della ragazza erano immersi in un mare umido di lacrime ed arrossamento, la determinazione nel suo sguardo era la stessa di una guerriera. Renan la guardò dall'alto in basso con il medesimo disprezzo.
    -"..E.. Un Mezzosangue..", le sue labbra contorte tornarono a sorridere quel ghigno perverso d'amarezza e dolore; la giovane rispose abbandonando con sdegno quella conversazione.

    Un'altra vittoria per Renan, dentro e fuori la pedana.. Perché mai la vittoria aveva sempre il sapore della sconfitta?
    A chiudere la fila degli studenti c'era lui, Gilderoy Allock.
    Il professore era immerso in una fanfara di commenti ed istruzioni per i giovani che portava al seguito.
    Duval e Allock si scambiarono un veloce cenno di capo; nel caso di Renan quello era rispetto, per Allock altro non era che una vuotissima etichetta.
    L'uscio era libero; respirò a pieni polmoni e fece il primo passo per uscire da lì.



    .Carrie



    «Parlato»
  7. .
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    Nessuno poteva vedere la sua espressione, dava le spalle a tutti. A nessuno avrebbe concesso osservare il suo sguardo, incrinato, lugubre e sofferente.
    L'ultima povera bastarda ad aver subito quel triste fato era una bambina dai tratti orientali. Quantomeno, l'ultima di quella sfortunata combriccola.
    Sorrideva, le gote piene di gioia e vita erano due superfici increspate delle irregolarità di un cancro dell'anima.
    'Ema', pensò rapidamente Renan; Ema Harken condivideva con quella bambina qualche somiglianza; il ricordo veniva piegato e la memoria si modellava sulla necessità, quella di ricordare Ema.

    Uno sguardo veloce alle rune tutt'attorno a lui.
    Il ginocchio si piego, permettendo al casco di veder più chiaramente ciò che stava ai suoi piedi.
    Qualcuno doveva aver celato quello scarabocchio per un po' di tempo. Un attentato preparato nel tempo. Se solo non avesse avuto quel fottuto casco nulla avrebbe fermato Renan dal bere dalla fiaschetta.
    Un respiro profondo, due.. L'orecchio accorto, in attesa di percepire l'esito della scommessa di Carrie.

    La mano della bacchetta fremeva. In vita sua non capitò mai di lanciare quell'incantesimo, mai avrebbe pensato di poterlo lanciare per 'scongelare' delle bistecche congelate.

    Le dita passarono leggere sul legno della bacchetta, come se da un momento all'altro fosse stato chiamato a voltarsi in difesa della persona.
    Un respiro, profondo, e questa paranoia diluì sino a diventare acqua sporca anziché densa melma.
    Un gemito, la fine dell'incantesimo. Era fatta.
    Il dubbio prese a montare ancora più forte, ma qualcosa di ancora più frastornante rapì ogni oncia della sua attenzione.

    Un schiocco, nitido, secco.

    Il cuore perse un colpo, il duellista si alzò di scatto alzando la bacchetta ed un riflesso infernale illuminò d'albe cerule il vetro del suo casco.
    -"Oh.. Cazzo.."
    I muscoli del corpo cominciarono a danzare prima che la mente potesse organizzare un pensiero completo. L'occhio sinistro del Pavone si socchiuse per prendere la mira.
    L'apparizione pronunciò qualcosa, la mente di Renan non processò le parole, bensì i suoi attacchi. Senza pensarci due volte, il duellista urlò alla notte: "Acqua Eructo", e agitò la bacchetta in direzione di ambo i fianchi del redivivo.

    -"Proteggetevi!", urlò al gruppo prima di scagliare il secondo incantesimo di disturbo.








    «Parlato»


    Interagisco con:
    Nessuno, non mi fido di nessuno.
    Azione Minore: miro
    Azioni Maggiori:
    Test Saggezza, percezione ambientale: 10 + 8 (18)
    Test Saggezza, Mira: 2/2 + 8 (non passato)
    Offensiva 1: 12/2 + 9 - 5 (10)
    Offensiva 1: 16/2 + 9 - 5 (12)

    -Azione Maggiore 1 : Acqua Eructo 7 (10)
    Formula: Acqua Eructo

    -Azione Maggiore 2: Acqua Eructo 5 (12)
    [size=1]Formula: Acqua Eructo
    Anno: quinto
    Formula: Aqua Eructo
    Anno: quinto
    Parametro di riferimento: Offensiva
    Descrizione: un incanto elementale di tipo acqua. nel punto del terreno indicato dal bersaglio, sgorgherà un potente geyser che travolgerà un bersaglio. Con dadi particolarmente alti, potrebbe colpire più di un bersaglio.
    Con Offensiva superiore a 50, l'incanto potrà far sgorgare il geyser anche seguendo altre direzioni (Da un soffitto verso il basso, da un muro perpendicolare al terreno...).
    L'incanto genera un getto molto potente quindi è poco indicato per quelle azioni che richiederebbero delicatezza (Es. Smorzare le fiamme che avvolgono un alleato).
    Il risultato del d20 sarà dimezzato ma l’incanto causerà status alterato contusione con un risultato naturale pari o superiori a 15.
    Durata: istantanea.



    Status fisico: Top (68/68 PF)

    Slot oggetti (bacchetta)
    1- Tuta
    2- Una Cartolina da New York
    3- Libero
    4- Libero
    5- Libero
  8. .
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    Libera la mente, guarda ad Est, guarda ad Ovest, cerca i due portali, troverai così Equilibrio.
    Renan aprì gli occhi. Ambo le mani cingevano il tek scuro della paratia di poppa della nave su cui stavano viaggiando.
    L'acqua e la brina incontrarono più e più volte il tessuto del cappotto, non ne voleva sapere di tornare sottocoperta, quella non era una giornata adibita all'agio.
    Il suo cuore lo tradiva, l'emozione era forte ma come ben imparò durante la sua carriera 'le emozioni uccidono'.
    Tirò forte dalla sigaretta, riparando la bocca con il cappotto, pian piano le sue dita estrassero qualcosa dalla tasca interna, era una fotografia.
    Una ragazza, giovane, dai lineamenti orientali, sorrideva per le strade di New York City.
    Il volto di Renan si spezzò cedendo alla tenerezza, gli occhi si addolcirono e le labbra si inarcarono in un sorriso, cingendo ancora il filtro della sigaretta. Poi, quelle stesse mani girarono la cartolina; se qualcuno avesse aguzzato la vista avrebbe di certo intravisto della scrittura a mano ed un grande cuore abbozzato in velocità.
    Renan tirò, forte, dal filtro, e ripose il pezzo di carta nella tasca interna. L'amore nel suo sguardo scivolò sul suo mento, fino a colare sul ponte della nave; il suo volto tornò tremendamente serio.

    Un'anima in pena volteggia di grembo in grembo sul giunco che combatte i flutti. Le sue parole escono veloci dalla bocca, il suo sguardo sembra quello di un bambino.
    Non ti è nuovo, qualcosa di familiare accende un campanello nella memoria.
    Un ex duellante? Rideresti di te stesso ad averlo davvero pensato.. No.. Devi averlo conosciuto da giovane.. Hogwarts.
    Tiri dalla tua sigaretta, i tuoi occhi cascano sul fascicolo che, mal piegato, conservi nella tua tasca.. Olivander?

    La sigaretta s'illuminò d'un arancio acceso al terzo forte tiro di Renan. I suoi occhi scivolarono dalle spalle di Tiberius, e si nascosero in quelli di Ariadne, dunque, volteggiarono sul capo spedizione, Mallory.

    C'è un certo nervosismo.. Lo vedi dai loro occhi.. O meglio.. Lo noti.. Da ciò che non vedi.. Quegli sguardi.. Quei gesti.. Quante centinaia di volte li hai visti compiere.. Prima di un duello.. Sotto gli spalti.. Dove il pubblico non vede.. Dove la carne da macello attende che un vecchio gridi il nome con cui il suo sponsor ha deciso di chiamarla.. Lo vedi in come la 'giovane' guarda Mr. Vath.. O come la Mallory guarda il vuoto.. C'è sfiducia.. Hanno.. Paura.. No.. Non sono loro ad aver paura.. Vecchio Pavone..

    Gli occhi di Renan sgranarono, improvvisamente, un calore alieno scaldò il petto, là dove aveva ricordato di aver riposto la cartolina di Ema. Incrociò le braccia, una scusa in più per poter stringere quel piccolo insignificante cimelio da sopra il cappotto.
    Un volto noto, alla fine, si palesò. Seguendo la scia di persone importunate da Tiberius, lo sguardo di Renan si fissò su Carrie.
    L'accenno di un sorriso smorzò le labbra di Renan, gli venne spontaneo pensare quanto fosse strano rivedere fantasmi di una vita che non c'è più. Capitava ogni volta che qualcuno conosciuto ad Hogwarts tornasse dal mondo dell'oblio; avrebbe ragionato, un giorno, su come la sua memoria si fosse imposta di dimenticare quel periodo.
    Altro, in questo momento, passò per la testa di Renan.

    «Molto bene»



    Renan sepirò sbuffando, con un gesto pigro lanciò la sigaretta in mare; dondolò un poco sul castello di poppa e si diede lo slancio per abbandonare quella posizione solitaria.
    'I morti che camminano' si riunirono avanti all'albero maestro; con circospezione Duval accettò il dispositivo.
    Socchiuse gli occhi, cercando nella sua mente lo stesso ricordo che soleva utilizzare per il suo Patronum; un sorriso ed uno sbuffo uscirono naturali, la bacchetta picchiettò tre volte e la tuta si liberò lungo il suo corpo

    È uno scherzo? Siamo finiti in uno di quei film che piacciono ai giovani d'oggi?

    Un brivido lungo la schiena fece voltare il Pavone Nero.
    La bocca di Renan si contorse per il disgusto alla vista di Padre Bergmann. Un moto di rabbia trasformò la sorpresa in stizza e sdegno.

    «Avanti, fate come dice il professor Ottone. Anche lei, Padre Bergmann.»

    Per quanto stupido potesse sembrare, il comando della Mallory lo rincuorò, forse, dopotutto, l'unico ad indugiare nella propria paura era lui.
    Ascoltò molto attentamente le parole dei presenti, lo fece con grande attenzione con il Capo degli Auror, ne prestò meno al Professor Ottone e molta meno ancora al Preside; cionondimeno fece il possibile per memorizzare tutte le informazioni del caso. Sorrise, pensando che infondo anche un'imbecille ci sarebbe riuscito.
    Come il cielo imperò lamenti infernali lo sguardo di Renan si fissò sulle assi della barca, solo per poi alzarsi all'altezza di Vath.
    Lamenti celesti intasarono l'armonia dei suoni e le sue orecchie ne erano piene.
    Senza perdere il contatto visivo con il diplomatico, Renan si portò alla bocca un'altra sigaretta; l'accese e tirò.

    Non c'era niente di più invitante che sfidare il nulla nascosto tra le pieghe dell'entroterra. In quella direzione attendevano i volti che nelle notti precedenti l'avevano tormentato. Potter, Granger. Non erano i volti di due persone di mezza età, erano quelli dei bambini che ricordava ad Hogwarts, anni luminosi prima dell'oblio. La mente allontana questi ricordi e ne ripropone altri.
    Lo sguardo di Vath, però, ha qualcosa di magnetico, al suo fianco è il mio posto.
    Qualcosa di più forte del desiderio, il Dovere.

    Con la prua della nave sempre più vicina all'attracco, Renan ruppe i ranghi e si avvicinò a Vath e Aslak. Con la coda dell'occhio vide la tracciatrice pronunciare qualcosa all'auror, ma il vento e disturbi atmosferici gli resero impossibile capire di che si trattasse.
    -"Renan Duval", disse dando forza alla voce, in direzione di Aslak e Vath; porse il braccio con la mano libera, mentre l'altra reggeva la sigaretta. "Signore", disse rivolgendosi a Remar "Lo devo ammettere.. Sono qui per lo spettacolo..", disse riferendosi all'esplorazione dell'entroterra profondo dell'Isola di Man, "Ma a sapervi su quest'Isola non mi sento in pace con me stesso.. Permettete che mi unisca a voi". Renan sorrise, nelle sue parole non v'era un dubbio d'incertezza o ambiguità.
    Rivolse quindi lo sguardo a Aslak con l'intento di non intaccare la sua autorità con una sfiducia di competenza, "Una bacchetta in più fa comodo no?"




    «Parlato»


    1) Non guardo lo schifo di Bergmann

    2) Renan osserva Mallory, Tiberius, Carrie e Ariadne. Infama con gli occhi Padre Bergmann.
    Decide che Vath potrebbe essere in pericolo e se lo sceglie come obiettivo da proteggere per l'esplorazione.
    Bro fist con Aslak.

    Interagisce con: Remar e Aslak
    Status fisico: Top (68/68 PF)

    Slot oggetti (bacchetta)
    1- Tuta
    2- Una Cartolina da New York
    3- Libero
    4- Libero
    5- Libero
  9. .
    PRIMO Personaggio + Link alla scheda: Renan Duval
    Quest scelta: Perdersi nell’abisso
    Motivo della partecipazione: Renan è un ex duellante ritiratosi dopo anni di successi in calo, sente di esser stato tradito dalla passione e ciò apre le porte ad un profondo oblio. Nel pieno dei suoi cinquant'anni realizza che una vita di duelli non porta niente sulle spalle se non vittorie vuote. Fin dalla prima visione delle immagini dell'incidente, in Renan si sedimenta la convinzione che quello sia il 'Grande Presagio' dell'epoca corrente. Dubbi e Paura lo allontanarono dai grandi eventi della sua gioventù; una chiamata che all'epoca ignorò, e che aver ignorato ha logorato la sua coscienza.
    Da quando è venuto a conoscenza dei fatti accaduti sull'Isola di Man ha avuto modo di ragionare su ciò che voglia realmente dire 'lasciare in eredità'. L'idea che Granger e Potter possano in qualche modo esser sopravvissuti alla catastrofe alimenta in lui i ricordi dei loro volti durante gli anni ad Hogwarts.
    Anche all'apice della propria carriera, un duellista professionista non gode di incredibile fama, è pur tuttavia vero che un duellista di mestiere possa eguagliare capaci tutori della legge nell'arte magica. Una strega o un mago saggio saprebbero riconoscere l'utilità di un professionista come Renan in una situazione incerta.
    Se Renan venisse scelto per questa Quest seguirebbe gli ordini imposti ma come agenda personale darà priorità all'eventuale recupero dei sopravvissuti.
  10. .
    Stat:
    Vita: 59/68
    Effetti dell'attacco: (Lancio Dadi x)
    Danno Renan = Resa dell'attaccante (25) - Resa della difesa sul bersaglio (3+90/10) - Destrezza del bersaglio/20 (4) = 9

    Attacco Renan = Resa dell'attaccante (18+9) - Resa della difesa sul bersaglio ( X ) - Destrezza del bersaglio/20 ( X )
    una fattura minore che porta il bersaglio a provare un forte dolore nella zona degli occhi. Qualora vada a segno, infliggerà solo 1d4 di danni ma causerà anche un malus di -2 alle azioni di osservazione dell'avversario.
    Colpendo gli occhi, spesso scoperti, è molto utile contro avversari dalla pelle o scaglie coriacee.
    Durata: duraturo (dura 2 turni).





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    Il Un fascio di luce cavalca il vento, veloce e sereno. Tutt'attorno a lui nascono fiori di colori freddi, fessure luminescenti che fendono l'aria verso la tua direzione. Non è il freddo della costa, né la paura, a governare i battiti accelerati del tuo cuore; è lei, come sempre, la padrona delle tue emozioni, la Vita, la Morte.
    Con l'ultima respiro prima dell'azione il tuo corpo si prepara ad accogliere la sfida.
    Il tuo corpo, si muove sapiente a tre quarti, per render minimo lo spazio d'impatto. La spalla sinistra muove il braccio fin dietro alla schiena con fare fluido e veloce.
    La mano destra s'alza innalzando la punta della bacchetta, dove l'occhio ritiene l'impatto potrebbe verificarsi.
    Espiri e senti l'aria abbandonare i tuoi polmoni, ha animato a dovere il tuo corpo; espiri piano, gradualmente, perché il polso non risenta di movimenti involontari. Lì pensi 'Protego', le tue labbra lo mormorano, il sigillo dell'incanto abbandona le tue labbra con l'ultimo fiato in corpo e la bacchetta risponde all'imposizione sovrana. [/size]






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    Una forte scossa al braccio, il ritorno dell'arto ad una posizione diversa, l'impatto aveva avuto luogo, ed era stato nettamente più forte di quel che si aspettasse.
    Dalla bocca di Renan uscì tutta l'aria che recuperò dopo il rapido movimento in posizione difensiva. Un colpo di tosse riequilibrò la carenza nei suoi polmoni.
    Il corpo del duellista finì con il rendersi più piccolo, il ginocchio della gamba portante, quella destra, finì al suolo, con una certa lentezza riprese ampiezza e si distese sino al riportalo in piedi.
    Lo sguardo di Renan era indecifrabile, fermo e duro, simile a quello che mille altre volte le aveva mostrato; qualcosa di diverso albergava nel suo petto, un calore nato non dallo sforzo ma dall'orgoglio. Quell'incantesimo, semplice nella sua natura, era forte abbastanza da proteggerla in occasioni meno amichevoli di quella.
    Le narici di Renan si dilatarono, contò i secondi del suo respiro.
    Le spalle si abbassarono, si acquattò facendo collassare la sua schiena, il braccio dell'arma si tese, con uno scatto veloce; la punta della bacchetta s'illuminò al suo di 'Conjunctivitus', lo urlò senza rabbia nella voce, tonante e rapido nell'esecuzione.


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    "Sei Vecchio.. Vecchio Renan.. Lo capirà.. Che questi trucchi da studenti non sono una vera prova.. Sei invecchiato.. Anzi.. Siete invecchiati.. Tu ed il tuo orgoglio.. Cosa stai cercando di dimostrare? Chi stai cercando di Impressionare.. O meglio ancora.. Chi stai cercando di Imitare? I tuoi vecchi maestri? NON hai la loro stoffa.. Sei stato bravo.. Anni fa.. Il tuo tempo è passato.. In molti se ne sono accorti.. Se ne accorgerà anche lei.. E anche lei proseguirà sulla sua strada.. Tutti camminano sulla loro Strada Renan.. E tu? Sei un mendicante.. Fermo al ciglio polveroso di un sentiero.. Seduto a meditare.. Ad osservare gli altri vivere le loro vite.. Sei null'altro che un parassita..
    E' per questo che Ema se n'è andata.. Non aveva niente da imparare da uno come te.. Se ne andrà anche l'Auror.. Siete qui per questo no?
    Tutti hanno uno scopo.. Il tuo era vincere.. E non vinci da un po'.. I tuoi anni.. Sono passati.. Godi nel perdere contro la prossima generazione.. Renan.. Godi.. Nel morire..
    Il Duellista è morto.. Lunga vita all'Auror..


    L'incanto lasciò la sua bacchetta rigettando una luce rossastra al di là della leggera bruma che tutt'attorno a loro cominciava a montare.
    Pensieri perversi, distruttivi, cominciarono ad annebbiare il vuoto flusso di coscienza che un guerriero dovrebbe mantenere durante un duello. La sua mente cominciò a cedere alla paura, alle paure. Il respiro diventò affanno, doveva prepararsi, una risposta sarebbe arrivata a breve.
    Del sudore cominciò a colare dalle tempie madide dell'uomo; dei rivoli al primo tocco di duello erano cosa alquanto inconsueta. Forse era vero, forse i suoi giorni erano terminati.
    Il cuore si cinse, ricordandogli che non era qua per vincere questo duello, ma per aver successo nell'insegnare a Jessica.

    Quel sorriso!

    Renan urlò scomponendo ogni parte di sé. La fronte, aggrottata, la bocca una maschera d'impeto e odio.

    Una lepre corre nella brughiera, il suo cuore pompa il sangue nel piccolo corpo donando alle sue lunghe zampe l'agilità di uno sparviero e la forza di un cane. L'animale è cauto, ma, allo stesso tempo, sfida i predatori che osservano le sue carni con interesse. Uno sparo, un boato, è il fucile di un babbano che insegue quella creatura piena di vita.
    Là incomincia, l'area più recondita del suo cervello lo suggerisce, scappa o combatti.
    Forze aliene, donategli dalla paura, rendono quella fuga sfrenata ancor più eroica, fatta di grandi movimenti, svolte repentine e salti magnifici.
    Le morbide labbra di Jessica si tesero in un sorriso mesto, quello di una preda che gioca e ricrea nel suo essere cercando coraggio, il coraggio di affrontare quello che lei riteneva essere un Maestro. Gli occhi, grandi, serrati sul suo bersaglio tradivano la sicurezza di una cacciatrice di teste, una giudice tra la vita e la morte, un'agente d'ordine in un mondo preda del Caos.
    Se per la fine di quello scontro quel sorriso non fosse scomparso, lasciano al suo posto spazio alla tensione del duello, la ricerca della supremazia nel confronto magico, Renan avrebbe davvero perso.

    Renan puntò la sua bacchetta al mento, alzando lo sguardo e tendendo il collo.
    -'Devi mirare qua ma chérie', disse in un sussurro che lei probabilmente non avrebbe udito.
    La bacchetta tornò in posizione di difesa.

    Chi stai combattendo Whitemore?, urlò nuovamente con lo stesso impeto, Non vedo certezza nel tuo sorriso.. Meglio un viso spaventato e accorto che uno spavaldo e incerto

    Deglutì, sapeva, avendo saggiato la sua potenza, che non aveva più niente da temere da Renan, mentre Renan era certo che avesse da temere tutto di Jessica.












    «Parlato»



    Edited by PestoBarilla - 8/5/2024, 20:56
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    <i>
    Il volto di Renan era fisso, perso.
    Sedeva nella penombra della cucina, un braccio steso sul tavolo, l'altro teso a reggere la sigaretta spenta.
    Il suo sguardo era fisso, perso.
    Combatteva una guerra silenziosa dentro di sé. La lettera della sua allieva riposava al centro del tavolo. Il suo stato era usurato, pieghe ovunque, una bruciatura di sigaretta e macchie di cenere ai bordi.
    Ciò che ci lasciamo alle spalle, è ciò che conta.
    Cosa si lasciava alle spalle Renan Duval? Vittorie e fallimenti, ma nulla più, momenti che si sarebbero persi nell'eco del tempo.
    Il volto di Renan era fisso sulle sfumature imperfette di bianco della lettera.
    Non aveva più nulla da insegnare a Jessica. Con un movimento pigro riaccese la sigaretta e ne tirò un colpo, ritardando il momento del dolore.
    Un duellista vive una vita difficile, una vita di costrizione alla vacuità. Solo liberandosi con l'insegnamento avrebbe potuto trovare uno scopo.
    Renan fu allievo, di uomini che questa realtà la compresero fino in fondo; capire e agire sono cose diverse.
    La mano della bacchetta prese la penna, ne intinse la testa nell'inchiostro, e passò rimarcando il segno sul nome di Jessica Whitemore.
    Il suo nome venne depennato dall'agenda degli appuntamenti, dal registro dei suoi studenti.



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    Una folata di vento si mischiò al fruscio dei suoi drappeggi.
    L'immagine tetra di Renan si contrasse ed espanse sino al prodursi all'interno di quel paesaggio intonso.
    Aprì gli occhi ed il grigiore del luogo penetrò il suo essere.
    Il cuore riprese a battere ad un ritmo regolare, espirava, respirava. Smaterializzarsi era sempre più difficile. Stava invecchiando.
    Vita, Morte.
    Una smorfia si dipinse sul suo volto, solo per un istante.
    Mosse i primi passi sul verde smunto che aveva attorno, ad una decina di passi c'era un ampio baratro.
    La brezza del mare montò impetuosa, sfidando il volto del maestro duellista.



    Un gabbiano sfida gli impervi fiati oceanici, monta il vento e le sue ali, potenti, si tendono al respiro della terra. Il suo occhio, vigile, cerca un segno tra i flutti caotici a molti metri sotto di lui.
    Un brivido percorre il suo corpo, un'intuizione, immagini processate da una vivida memoria profonda, scende in picchiata sfidando ora il gelido morse delle acque del mare.
    La picchiata è rapida, il suo corpo s'immerge; la caccia è un successo.
    Il suo becco cinge un figlio del mare, un pesce la cui unica colpa è quella nello stomaco dei pulcini del gabbiano.
    Il predatore serra la preda nel becco imperioso e le sue possenti ali lo conducono lontano.
    tra le rocce della costa, nascosti negli incavi della terra, accolti solo dalle spighe di rovo e foglie secche, attendono la madre tre pulcini.
    Le lunghe attese si tingono di fede, ogni minuto d'agonia senza un pasto è una proiezione di morte, solo il fato può favorire loro la vita.
    La madre torna, rigurgita nei loro becchi l'agognato pasto. Anche oggi i tre pulcini sarebbero sopravvissuti al giorno.
    Ma domani..

    Altro nascondeva la brezza che calcò le insicurezze sul suo volto, socchiuse gli occhi per ascoltare meglio.


    'Lontano, lontano da li, qualcosa di tremendo si era consumato. Un brivido corre lungo la schiena del duellista, poteva vederlo, tramite la memoria delle immagini proposte dal gazzettino.
    Una morte dai riflessi della notte, un vortice ingordo che prende e da, Vita e Morte.
    hermione Grenger, Harry Potter.
    Due giovani corrono lungo le scale del terzo piano del Castello.
    Nei loro occhi arde la fiamma della vita, nei loro movimenti si nasconde pura volontà.
    Un osservatore esterno, curioso, nell'ombra, segue i movimenti dei due giovani. Un dubbio, nel cuore dell'osservatore, cavalca un sentimento represso, simile ad un'isteria taciuta.
    Era quella la Vita? Renan non conosceva quell'energia.
    Due corpi, sepolti dalla brina azzurra del cataclisma, attendono d'essere riportati al mondo dei Vivi. Scariche di energia si abbattono su chi ha salvato le persone a lui più care.


    Renan chiuse gli occhi con sforzo, il respiro si fece pesante e culminò con un gemito di fatica. Il volto si spostò, dal mare alla costa.
    Un'ombra, più viva delle altre, attendeva d'essere istruita.


    «Proprio non vuole saperne di comprarsi un cellulare»



    Renan sorrise, il suo volto si deformò in una piccola e contenuta smorfia.
    La prossemica di Jessica era chiara. Il suo corpo s'animava di grande forza, quella che chi vive intensamente ha. Gli occhi di Renan si affilarono, studiando l'approccio della ragazza a quella lezione.
    Stava cercando un nemico in lui; un modo piuttosto comune di cominciare un duello.
    Al contrario Renan rimase impassibile, ambo le mani si raccoglievano nelle ampie maniche poste ad altezza del petto.
    Nella mano destra cingeva la sua bacchetta, non l'avrebbe rivelata fino al momento opportuno.

    «Spero sia pronto a perdere»



    Renan rimase, per un istante senza fiato. I suoi piccoli occhi scuri si dilatarono e il suo volto si contrasse in una risata. Il suo corpo sussultò assecondando lo scaricare della tensione.
    Il Pavone mutò quella risata in un sorriso mesto, indugiò in quel momento per osservare al meglio l'Auror.
    Avrebbe vinto solo qualora a vincere fosse stata lei, avrebbe vinto solo qualora avesse perso.
    Gli occhi di Renan si fecero più cupi, la sua bocca più sottile.
    Non c'è mai stato tempo per un'apertura durante le loro lezioni. Non le spiegò mai nulla di davvero importante, non guidò mai altro che non la mano della giovane.
    Una vena di rammarico cominciò ad irradiare dubbi nella sua mente.
    Gli occhi viaggiarono, bassi, veloci, al ritmo dei suoi pensieri.

    Renan estrasse la bacchetta dalla manica, mostrando ambo le mani a Jessica.
    La mantella del pavone cadde al suolo, liberando il suo corpo per l'imminente sforzo.
    -"Un duello..", portò la bacchetta al centro del suo corpo in quella che lei sapeva essere una delle posizioni di apertura dello stile del suo insegnante.
    -"A volte..", disse ora portando la bacchetta in alto, nella seconda posizione di apertura.
    -"E' privo di significato..", disse portandola di lato, nella terza posizione di apertura. La mano della bacchetta mise ora il catalizzatore a riposo, al fianco del mago.
    -"Non sei qui per diplomarti.. Jessica Whitemore.. Non sei qui per uccidermi.. Sei qui per combattere..". Gli occhi di Renan si socchiusero.
    -"..Chi?".
    Renan portò la mano della bacchetta sotto al mento, lasciando che il catalizzatore percorresse perpendicolare la lunghezza del suo volto.

    -"En Garde!", urlò dando a lei il primo tocco..












    «Parlato»


    Edited by PestoBarilla - 8/5/2024, 20:53
  12. .
    PG: Renan Duval + F
    Cosa state cercando:Fatemi grindare T.T
  13. .
    10/07/2023, Londra, Residenza Duval

    - Raziocinio
    - Subconscio
    fddd - L'Io Avverso
    - Sentiero dell'Illuminazione, "Shugo", Maestro Protettore della scuola di Ueda




    45 YO | Ex Duellista Professionaista | Insegnate Privato

    Mezzosangue


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    VIta, Morte



    Un velo di luce fredda attraversava l'ampio seminterrato, filtrando dai vetri cerulei dei lucernari a terra sopra questo; danzava attraverso un filtro di polvere sospesa e donava riflesso alle armature a muro, immobili e silenziose.
    Al centro della stanza c'era lui; immobile e silenzioso come i gusci d'acciaio lavorato che lo circondavano.
    Ambo le ginocchia toccavano il pavimento in pietra, le mani erano salde contro le cosce foderate in velluto grigio; le spalle, chine, seguivano il collo e il capo, rivolti verso il basso.
    Il respiro, regolare, cercava di costringere il cuore a pompare sangue con regolarità, una sfida tutt'altro che semplice.
    Attendere era tutto ciò che gli veniva richiesto fare; attese come quella, tuttavia, sanno rivelarsi infernali come il cuore della battaglia, specialmente per chi mai imparò a domare sé stesso.
    Renan conosceva l'arte, incatenare le sue passioni e privarsi di queste, benché difficile, gli riusciva alla perfezione.

    Gli occhi, chiusi, seguivano sentieri già battuti in precedenza, visibili solo tra le mura fumose della memoria.
    Il suo corpo, saldo e fermo, veniva scosso dal moto vibrante dell'aria espirata dal leggero canto bitonale che accompagnava quell'ora meditabonda.


    Cammina attorno a lui Vita
    Una lettera, Delilah
    Una figlia, in pericolo
    La figlia di un maestro perduto
    Cammina attorno a lui Morte



    Il canto s'interruppe e la gola di Renan trovò quiete dopo esser stata a lungo scossa.
    Era il momento. I suoi occhi si schiusero combattendo le resistenze del buio e della luce e si fissarono sul grande camino sul lato opposto della sala.
    Un velo azzurro, poi verde, cominciò a prender forma all'interno delle geometrie di pietra scura del grande incavo. Il velo cominciò a montare d'intensità sino a quando lingue e fiamme cominciarono a divorare lo spazio vuoto che quello conteneva.
    Il Pavone Nero rimase immobile, testimone di quell'evento a lungo atteso.
    Due sagome di donna mossero un primo difficile passo attraverso il portale, un secondo più leggero ed un terzo, assente di resistenze.
    Il cuore di Renan batté più forte davanti a quei fantasmi a lungo ignorati, cercò di non darlo a vedere.

    Le due donne varcarono i primi due metri di quella stanza senza proferire parola; la prima lo fece con arrogante sicurezza, la seconda con l'incerto incedere di chi affronta il vuoto per la prima volta in vita sua.
    Quando la prima terminò il suo incedere, sotto al fascio di luce filtrata dal soffitto, la seconda la raggiunse, assecondando quel suo posizionamento.
    Pigramente, Renan fece leva sulle sue ginocchia e si alzò raggiungendo in una manciata di secondi il suo metro e ottanta di altezza.

    -"Mamma..", disse la seconda sagoma rivolgendo il volto all'orecchio della prima. Duval vide Madre e figlia, Vita e Morte, avanti a sé; la prima era invecchiata, ma conservava i tratti di allora, la seconda, invece, era la perfetta crasi di Delilah e Robert. Quel pensiero ammalò il ferreo spirito di Renan.
    Delilah alzò il braccio, facendo sì che la mano raggiungesse le gote della figlia per zittirla.

    -"Delilah", vociò rauco il Pavone, fissando quegli specchi neri negli incavi del suo volto su quelli della Madre. La mano della figlia si aggrappò istintivamente ai lembi della lunga veste nera della donna; venne scacciata, con un rapido movimento di mano. Non giunse risposta e quell'assenza generò tre o quattro lunghissimi secondi di silenzio.
    Renan comprese che nonostante tutto non avrebbe mancato l'etichetta.
    -"Chi conduci alla mia porta?", berciò il mago mettendo enfasi nelle parole sputate al suolo.
    -"Sono Delilah Harken.. Della scuola di New York.. Questa è mia figlia.. Ema Harken.. Figlia del Tuo Mentore, Ro- ".
    Renan non lasciò terminare quella frase e la interruppe estraendo la sua bacchetta dal fianco.
    -"Mamma!", urlò Ema aggrappandosi nuovamente alla sua veste.
    -"Silenzio!", rispose questa allontanandola e mettendosi in posizione di duello, a tre quarti, con la bacchetta nella mano sinistra.

    Un duello, una piccola farsa per i presenti.
    Delilah aveva già deciso da mesi di lasciare a Renan il compito di istruire la figlia, il motivo di questa scelta era stato ben descritto in quella lettera che oggi riposa nello scrittorio del duellista.
    Renan avrebbe dovuto battere quella donna senza che questa concedesse una facile sfida, solo così i due sarebbero stati in grado di accettare quel cambiamento.
    Le tradizioni sono amanti gelose, più si cerca di stare alla larga da loro e più queste si ripresentano a noi.
    -"Cosa cazzo sta succedendo! MAMMA!", la voce di Ema echeggiava tra le pareti in pietra del seminterrato come un gracchiante stridere sul ghiaccio. Renan sapeva che anche quell'elemento avrebbe giocato un ruolo nelle prossime, veloci, mosse.

    Delilah spintonò la figlia, indulgendo nel contraccolpo; il corpo della duellista si lasciò sospingere all'indietro, cascando nella direzione delle sue spalle.
    Gli occhi di Renan corsero veloci da figlia a madre, comprese in una frazione di secondo che la Harken stesse sfruttando quel movimento per aprire le danze.
    Non c'era tempo per aggredire.
    Con estrema rapidità il Duval arretrò d'un passo, cambiando la sua posizione; da tre quarti passò al profilo, limitando le aree esposte.
    La bacchetta finì aderente alla gamba, aveva già visto quella scena in un numero spropositato di incontri e con una miriade di avversari.

    Due fasci luminosi, in rapida successione, direzionarono verso Renan; il duellista sapeva non fosse quello il vero attacco di Delilah.
    Il polso della bacchetta rimase rigido ed immobile e a muoversi fu il gomito per direzionare il primo protego e la spalla, per direzionare il secondo.
    Compreso di aver deflesso la seconda esca, lavorò di gambe spostandosi di lato per schivare il violento urto di una bombarda.

    Un flusso d'aria calda carezzò il volto del padrone di casa, gli occhi di Renan era chiusi, chiuse erano le sue labbra.
    Trattenne il respiro, perché a seguito di quel veloce balzo il suo corpo avrebbe dovuto completamente lasciarsi guidare dalla memoria muscolare.
    Il suo braccio si mosse con frenetica precisione.
    Dovette scommettere: dovette scommettere su di una schivata a sinistra.

    Il primo movimento del polso fu grezzo, lento al suo principio e veloce nella sua esecuzione; il secondo fu sicuro, dal principio alla fine, allineato alla sagoma della donna, immaginata nella memoria del duellista.
    Quando i due movimenti terminarono, Renan atterrò con la gamba destra sul pavimento in pietra, flettendo il ginocchio e caricandovi sopra il suo peso.
    Riaprì gli occhi e constatò Delilah non avesse infierito in quei tre secondi di quiete.
    Un accenno di sorriso svolazzò tra le labbra del duellista, come una farfalla ebbe però vita breve.
    Si rialzò e al di là dei dubbi vide con chiarezza la sua avversaria, disarmata da quell'ultimo incanto.

    -"Sconfitta con un Expelliarmus", constatò con acredine. Tese la mano verso la bacchetta e questa le tornò nel palmo nel glaciale silenzio. Il sorriso passeggero di Renan tornò a banchettare sul suo volto, trasformandosi in qualcosa di maligno e per nulla contagioso.
    -"Non dovresti sottovalutarmi", il sibilo di voce proveniente da Delilah suonò viperino, carico di astio. Il volto del Duval si volse alle chiare regioni del viso di Ema. Gli occhi e i capelli erano quelli di Robert, il taglio orientale ed il fosco nero dell'iride; il naso e le gote erano quelle di Delilah, dalle forme dolci e alte.
    -"Non ho mai sentito Robert Harken imprecare in vita mia", disse con un filo di voce, "L'hai davvero istruita tu..", disse rivolgendosi con sufficienza a Delilah.
    Il duellista ripose la bacchetta al fianco, dopo averne passato il legno attorno alla seta del suo mantello.
    -"Non esiste.. Alcuna scuola di New York..", a quelle parole, Delilah abbassò lo sguardo ferita, "Sei.. Perita nello stile di tuo marito", quelle parole uscirono con una sofisticata non curanza, finta e maldestra, "..Terza forma.. se non sbaglio.. Quella.. Che non ammissibile nelle competizioni regolamentate". Renan sorrise.
    -"Non certo perché particolarmente pericolosa.. Ma perché è ben difficile nascondersi come una serpe.. Quando il tu ed il tuo avversario siete su di una pedana".
    Qualcosa nella voce del Mago stava cambiando, istintivamente, Delilah, mosse una mano in direzione della sagoma della figlia. Ma i giochi erano già stati fatti, il legame era stato rotto e forgiato; non era possibile tornare indietro.

    Il mantello di Renan turbinò acquisendo vita propria, una folata d'aria gelida cozzò contro il volto di entrambe le Harken; la sagoma del duellista si materializzò al fianco del giovane apprendista.
    -"So.. Già.. Tutto..".
    La pacatezza dimostrata, la misura e la sufficienza sparirono dal registro tonale del Pavone Nero, ne prese il posto solo una fervida ira. La bocca di Ema si schiuse, alla disperata ricerca d'aria, dettata dal panico.
    La ragazza si sentì minuscola sotto le torreggianti spalle ammantate di Renan, e sempre più piccola sotto alle parole dure che la sua gola proferiva.
    -"Hai.. Perso.. Heiko.. ".
    La paura lasciò il passo alla vergogna ed il volto di Ema, allo stesso modo, passò da un tipo di sofferenza ad un altro. Cadde in ginocchio sotto allo sguardo giudicante del suo nuovo Maestro. Renan cominciò a ritrarre la bestia ch'era in lui.


    Negli occhi di Ema danzavano, macabre e speranzose, Vita e Morte.
    L'assedio d'astio sul volto di Renan si spezzò, poiché per la prima volta, dopo tempo, riflessi nei suoi, Vita e Morte tornarono ad affiorare in lui sotto forma di ricordi.








    «Parlato»


    Edited by PestoBarilla - 8/5/2024, 20:25
  14. .


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    Renan Duval


    Umano | Mezzosangue





    Catalizzatore: Bacchetta in ciliegio, 12 pollici, nucleo in stringa di cuore di drago, semirigida



    Data di nascità (età): 05/04/1978 (45 Anni)
    Luogo di nascita: Londra
    Residenza: Residenza Duval, Londra, Mayfair
    Lavoro: Insegnante Privato di DCAO, Ex Duellante Professionista



    Sesso: M
    Stato economico: Borghese
    Istruzione: Graduato a Hogwarts (Ex Serpeverde)
    Prestavolto: Claes Bang


    Curiosità: Nel suo ambiente è noto come "Le paon noir"





    Apparenza Fisica


    Ogni aspetto dalle sua persona tende al cupo alabastro dell'incubo. Il pallore del volto, contornato dalla barba scura e dai capelli antracite, si spezza sulle onde degli zigomi e dell'incavo degli occhi. Alto un metro e ottanta, è sempre stato ritenuto troppo alto per la carriera scelta in giovane età.
    Un'aura triste e trasandata aleggia attorno alla sua figura, spesso considerata un'immagine repulsiva.


    Apparenza Caratteriale


    Taciturno e silenzioso sono sinonimi solo nella testa di chi non conosce il vero silenzio. Quiete e calma, rumori bianchi e concentrazione. La malinconia di una vita mal spesa, vittorie inseguite e successi mancati. Nessuno lo descrisse mai come una persona gentile; educato piuttosto.
    Nella sua voce, sottile e rauca, si nasconde l'assenza del giudizio e una presenza evanescente nel Qui e Ora.





    Background


    Quello che si impara a scuola raramente è ciò che da vecchi si ricorda.
    La vita di Renan cominciò come quella di molti, ricevette amore dalla famiglia e a questa ne diede altrettanto. Come ogni mago della sua generazione, cominciò gli studi ad Hogwarts, forzandosi a dimenticare le brutture del mondo che in seguito sarebbero riapparse.
    La vita attorno a lui scorreva come un fiume il cui corso non riusciva a seguire. Il disagio terrificante che lo accompagnava ovunque andasse crebbe sino a fondere la sua malinconia al suo sorriso.
    Gli occhi del piccolo Renan erano vuoti, assenti, impegnati in prospettive lontane.
    Fu con la prima estate di ritorno dal castello scozzese che Renan comprese cosa volesse dire vivere.
    Una conoscenza, di suo padre, avrebbe voluto saggiare quanto il piccolo Duval avesse imparato durante l'anno tra le mura di Hogwarts. Renan conobbe il suo primo, vero, mentore, la strega che a suo tempo si fece chiamare Eleonore Russell. La strega, originaria delle Americhe, con la famiglia del piccolo Renan condivideva lo stesso stigma del sangue. Da anni a Londra, dove incontrò suo marito, venne aiutata dai Duval ad inserirsi in società; mossa da riconoscenza, l'abile duellista mostrò al giovane la via del duello.

    Combattere, vivere, morire; ciò che inizialmente apparve come un gioco, tinto della libido della violenza, diventò presto riflessione.

    Gli Anni scolastici passavano sempre più lentamente, benché il mondo tutt'attorno a lui desse chiari segnali di cedimento. Tra le volte in pietra della sua casa aleggiavano gli echi del disprezzo e dello scherno verso il suo sangue; all'aria aperta, invece, pesavano la sfiducia e l'inimicizia.
    La vita di Renan, s'interrompeva e ricominciava al ritmo delle vacanze estive, nelle quali praticava l'arte della scherma magica.
    Il solo suolo dove non sentisse il cuore cascare nel baratro era quello dello delle competizioni.
    Una dopo l'altra, le sue paure cominciarono a scomparire assieme ai volti di chi gli stava affianco.
    Le lezioni nelle aule di Hogwarts cominciarono a diventare ostili alla sua voglia di rimanere in quel castello.

    Dai test eseguiti, Renan avrebbe dovuto sperare di viver di rendita, non avrebbe mai, comunque, accettato un posto in ministero.
    Quel giovane dagli occhi bui puntava alla grande competizione europea di magiduellanti.
    Uno dopo l'altro, nel '98, i suoi avversari vennero sconfitti secondo l'arte che gli era stata insegnata.
    Il Torneo Junior di Magiduellanti del '98 fu un disastro.
    Le turbolenze che il mondo stava vivendo ridussero pubblico e partecipanti; la sicurezza degli eventi fu costantemente a rischio.
    Durante la finale del Torneo, a Lisbona, la competizione venne sospesa; un manipolo di Mangiamorte, incaricati di reclutare i purosangue tra le scuderie delle Scuole di scherma presenti diedero battaglia a Maestri e Allievi.

    Anni di oblio si alternavano a quelli in cui riuscì ad uscire da casa.
    Il dolore delle ferite subite durante la competizione del '98 e dei lutti di quegli anni sono aghi silenziosi nella sua mente.
    Ebbe altri maestri, molti allievi.
    Disputò molti incontri, la maggior parte di quali vinse, ma non riuscì mai a superare gli orrori di quel pomeriggio.





    Edited by Hogwarts Origin - 23/1/2024, 21:07
  15. .
    Ciao! Mi chiamo PestoBarilla e sono nuovo dei GDR quindi andateci piano con me ok?
    :)

    Ho una lunga esperienza come co-moderatore di "Orologi che passione".

    Tre anni fa mi sono laureato in scienze e teorie socialiste

    Ho un problema di ludopatia ma lo sto trattando piano piano :)

    Haha sono proprio un Gemelli, troppo oversharing haha

    Adesso mi faccio una bella idea per un bel personaggio :)

    Non vedo l'ora di iniziare <3
15 replies since 28/6/2015
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